Titolo Nexi ai minimi storici in Borsa. Alla fine della seduta di lunedì 25 settembre a Piazza Affari, l’azione ha chiuso a 5,88 euro, in calo del 3,7% dai 6,10 euro dell’apertura. Oggi 28 settembre il titolo quota a 5,75 euro, in calo di quasi 5 punti percentuali rispetto a cinque giorni fa. Da inizio anno l’azione è in caduta libera, avendo perso oltre il 22%.
Tra le cause di questo tracollo, gli analisti indicano fattori esterni e interni alla paytech milanese. Tra i fattori esterni, uno riguarda certamente una generale flessione dei titoli delle aziende nel mercato dei pagamenti, che è stata evidente soprattutto nelle performance nel mese di agosto anche per i competitor di Nexi. Tra i fattori interni, uno concerne il debito di 54 miliardi di euro, pari a 3,2 volte l’EBITDA, che grava sull’istituto guidata da Paolo Bertoluzzo.
Un’altra importante elemento di sfiducia del mercato, però, si riscontra nella controversia legale in corso che oppone Nexi a Cedacri, la società controllata da Andrea Pignataro attraverso il gruppo ION. Il “pomo della discordia” è Oasi: nel 2019 Nexi ha venduto la sua controllata Oasi, specializzata in soluzioni software per l’AntiRiciclaggio e per le Segnalazioni di Vigilanza, a Cedacri, incassando 151 milioni di euro. Cedacri però ha contestato l’EBITDA 2018 dichiarato dalla controparte venditrice, che avrebbe gonfiato il prezzo di vendita, e si è rifiutata di corrispondere l’earn out, ovvero la componente del prezzo di vendita legata alle performance dell’azienda. Inoltre, il gruppo di Collecchio ha chiesto indietro 74,1 milioni di euro come aggiustamento del prezzo di acquisto. Dal canto suo, Nexi ha respinto le critiche sull’EBITDA 2018 e ha ribadito la sua richiesta di pagamento dell’earn out. Il dibattimento, che va avanti da tre anni, potrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Come anticipato da MF-Milano Finanza, infatti, il procedimento è arrivato alle sue battute conclusive davanti alla Camera Arbitrale di Milano. Salvo che Pignataro e Bertoluzzo non si accordino prima.
La controversia potrebbe avere un impatto sulla situazione finanziaria di Nexi, ma secondo gli analisti di Equita SIM la risoluzione della questione sarà un fatto positivo per la paytech, confermando il rating buy con target price a 13 euro. “Non è escluso che, prima della conclusione della causa, le parti possano raggiungere un accordo transattivo”, ha concluso la nota di Equita. Anche Mediobanca ha confermato il rating outperform del titolo sottolineando che “Nexi non ha accantonato in bilancio alcuna provvisione riguardo alla potenziale passività”.