“Siamo stati i primi al mondo a introdurre il concetto di Composable Banking, e ora serviamo oltre 360 istituti bancari e fintech in circa 65 Paesi nel mondo grazie alla nostra offerta puramente in SaaS”. Ha esordito così Victor Indiano, Business Development Manager Southern Europe di Mambu intervenendo alla tavola rotonda dal titolo “Composable banking: come offrire servizi finanziari componibili per soddisfare esigenze specifiche?” organizzata nell’ambito del Forum Banca, il più importante evento dedicato al Banking & Finance in Italia.
Appuntamento annuale a cura di IKN Italy, quest’anno la Main Conference del Forum Banca si è tenuta mercoledì 4 ottobre all’NH Hotel di Milanofiori, di fronte al Forum di Assago, e ha visto la partecipazione di oltre 100 speaker in 6 sessioni tematiche e 600 delegati provenienti dal settore bancario, finanziario e tecnologico.
Condividendo il palco con professionisti del calibro di Bruno Natoli (CEO & Co-Founder di Mia Fintech), Andrea Bacioccola (General Manager di Igea Digital Bank) e Massimo Bondanza (Head of Partnership di Banca Progetto), Indiano si è soffermato sull’approccio che ritiene vincente per un provider IT come Mambu nei confronti degli istituti finanziari. Se è vero che in Italia una banca su due utilizza ancora sistemi basati sul linguaggio COBOL, e buona parte degli istituti di credito si affida alle piattaforme obsolete dei centri servizi, la maniera secondo la quale si consumano i servizi bancari è cambiata profondamente. “La differenziazione la fa il come, non tanto il cosa. Esistono player sul mercato che offrono soluzioni simili alle nostre, ma il grande successo di Mambu deriva dal fatto che la banca è libera di effettuare le proprie scelte, optando per un intero ecosistema di core banking targato Mambu oppure per determinati verticali, layer o ‘mattoncini’, che si integrano perfettamente con procedure legacy. Questo criterio”, ha continuato Indiano, “permette l’agilità necessaria all’istituto per rendere real-time e disponibili 24/7 servizi bancari che altrimenti non potrebbero esserlo, basti pensare ai bonifici istantanei, o a flussi di dati che coinvolgono piattaforme antiquate che non usano API.”
Rispondendo a una domanda del moderatore Gianpio Prencipe, il segmento che sta presentando maggiore vitalità è, secondo Indiano, quello del B2B, del Banking-as-a-Service e dell’Embedded Finance. “Si tratta di società non bancarie o con licenze IMEL, che offrono servizi finanziari e che sono molto ricettive ai vantaggi della flessibilità, della componibilità e del Cloud. Questo tipo di clienti è cruciale per Mambu”, ha precisato.
I gruppi bancari tradizionali, invece, si mostrano tendenzialmente più scettici nei confronti delle novità. L’aspetto più controverso infatti, secondo Indiano, è quello culturale. “Non sono gli strumenti, le tecnologie o le risorse il problema: nelle banche italiane molto spesso è necessario un culture change che faccia emergere nuove modalità operative, tendenti all’innovazione e non al mantenimento dello status quo. Come diceva Carlos Torres, Chairman di BBVA, ‘noi non siamo una banca: siamo un’azienda tecnologica che fa banking‘. Questo cambiamento di prospettiva nel Belpaese non è ancora avvenuto”, ha chiosato.